31/10/23

Tassazione utile in Italia

La ritenuta si applica sull'intero importo degli utili distribuiti, indipendentemente dalla tipologia di partecipazione posseduta dal socio.

Per i soci che sono società di persone, la tassazione avviene in capo alla società stessa, che deve applicare l'imposta sul reddito delle società (IRES) su una base imponibile pari al 58,14% dell'utile distribuito.

Ecco un esempio di tassazione degli utili distribuiti:

Un'azienda SRL con sede in Italia distribuisce un utile di 100.000 euro ai suoi soci.
La società SRL trattiene una ritenuta a titolo d'imposta di 26.000 euro.
I soci ricevono un importo netto di 74.000 euro.
Per i soci che sono persone fisiche, la ritenuta del 26% è un'imposta sostitutiva dell'IRES e dell'imposta sul valore aggiunto (IVA). Pertanto, i soci non devono dichiarare gli utili distribuiti ai fini della determinazione del proprio reddito imponibile.

Tuttavia, i soci possono optare per la tassazione ordinaria dell'utile distribuito, applicando l'IRES e l'IVA. In questo caso, la società SRL deve rilasciare ai soci una certificazione fiscale contenente tutte le informazioni utili per la dichiarazione dei redditi.

Ecco un esempio di tassazione ordinaria degli utili distribuiti:

Un socio persona fisica riceve un utile distribuito di 100.000 euro.
Il socio applica l'IRES e l'IVA sull'utile distribuito, ottenendo un reddito imponibile di 74.000 euro.
Il socio deve dichiarare il reddito imponibile ai fini della determinazione della propria imposta sul reddito.
La scelta tra la tassazione ordinaria e la tassazione sostitutiva è una decisione che spetta al socio. È importante valutare attentamente i pro e i contro di ciascuna opzione per scegliere la soluzione più conveniente.

27/10/23

Consiglio dei Ministri 27/10/2023 per 24 miliardi di Euro (in breve)

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 27 ottobre 2023 la legge di bilancio per il 2024, che prevede un totale di 24 miliardi di euro.

Le principali misure della manovra sono:

  • Taglio del cuneo fiscale: riduzione di 6 punti percentuali dell'aliquota IRPEF per i lavoratori dipendenti con un reddito fino a 35.000 euro.
  • Riforma IRPEF: riduzione delle aliquote IRPEF, con un aumento dell'aliquota minima al 10% e una riduzione dell'aliquota massima al 45%.
  • Rinnovi contrattuali della PA: stanziamento di 7 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti di lavoro dei dipendenti pubblici.
  • Investimenti in sanità: stanziamento di 3 miliardi di euro per l'abbattimento delle liste d'attesa.

La manovra è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza di governo, mentre l'opposizione ha votato contro.

L'approvazione della manovra è un passo importante per il governo Meloni, che ha così ottenuto il via libera al suo programma economico per il prossimo anno. La manovra è stata approvata in un contesto economico difficile, caratterizzato dall'aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse. Il governo ha cercato di bilanciare le esigenze di sostegno alla crescita economica con la necessità di contenere la spesa pubblica.

Le principali critiche mosse all'opposizione sono state:

  • L'insufficiente sostegno alla crescita economica: la manovra è stata criticata per non prevedere misure sufficienti per sostenere la crescita economica.
  • L'aumento della spesa pubblica: la manovra è stata criticata per l'aumento della spesa pubblica, che potrebbe portare a un aumento del debito pubblico.

Nonostante le critiche, la manovra è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza di governo, che ha così ottenuto il via libera al suo programma economico per il prossimo anno.

24/10/23

Differenze contabilità forfettaria e semplificata

La contabilità forfettaria e la contabilità semplificata sono due regimi contabili previsti per le imprese, che si differenziano principalmente per il modo in cui viene determinato il reddito imponibile.

Contabilità forfettaria

Nel regime forfettario, il reddito imponibile è determinato applicando una percentuale forfetaria al fatturato annuo. L'aliquota forfettaria varia a seconda dell'attività svolta e del volume di affari:

  • Start up: 5% per i primi 4 anni di attività, poi 15%
  • Attività di servizi: 15%
  • Attività di commercio al dettaglio: 15%
  • Attività di commercio all'ingrosso: 7%
  • Attività agricole: 6%

Con il regime forfettario, non è possibile dedurre i costi sostenuti per l'attività.

Contabilità semplificata

Nel regime semplificato, il reddito imponibile è determinato come differenza tra ricavi e costi. I costi deducibili sono quelli sostenuti nell'esercizio dell'attività e documentati da fatture o altri documenti analoghi.

La contabilità semplificata è obbligatoria per le imprese che superano determinati limiti di fatturato:

  • Attività di prestazioni di servizi: 500.000 euro
  • Attività di cessione di beni: 800.000 euro

differenze tra i due regimi

La tabella seguente riassume le principali differenze tra contabilità forfettaria e contabilità semplificata:

CaratteristicaContabilità forfettariaContabilità semplificata
Determinazione del reddito imponibileForfetariaDifferenza tra ricavi e costi
Deducibilità dei costiNoSì, entro i limiti previsti dalla legge
Adempimenti contabiliRidottiMaggiori
ConvenienzaDipende dalla situazione specifica dell'impresa

16/10/23

Crisi d'impresa e cosa fare per rimediare

La crisi d'impresa è una situazione di difficoltà economico-finanziaria che mette a rischio la continuità aziendale. Si verifica quando un'impresa non è più in grado di far fronte regolarmente ai propri debiti, in particolare a quelli scaduti.

Il fallimento è una procedura concorsuale che si applica a un'impresa insolvente, al fine di liquidare i suoi beni e soddisfare i creditori.

La crisi d'impresa può essere causata da una serie di fattori, tra cui:

  • Crisi economica: un periodo di recessione economica può portare a una riduzione dei consumi e delle vendite, con conseguente aumento delle difficoltà finanziarie per le imprese.
  • Cambiamenti tecnologici: l'introduzione di nuove tecnologie può rendere obsolete le attività di un'impresa, con conseguente perdita di competitività.
  • Errori di gestione: scelte imprenditoriali sbagliate possono portare a un deterioramento della situazione finanziaria dell'impresa.

Il fallimento è l'ultima fase della crisi d'impresa. Si verifica quando l'impresa non è più in grado di risanare la propria situazione finanziaria e non è possibile trovare una soluzione concordata con i creditori.

In Italia, il fallimento è disciplinato dal Codice della crisi e dell'insolvenza, che è entrato in vigore il 16 maggio 2022. Il Codice prevede una serie di procedure concorsuali volte a prevenire e a risolvere le crisi d'impresa, tra cui:

  • Composizione negoziata: una procedura stragiudiziale che consente all'imprenditore di concordare con i creditori una soluzione per la risoluzione della crisi.
  • Concordato preventivo: una procedura concorsuale che consente all'imprenditore di proporre ai creditori un piano di risanamento dell'impresa.
  • Liquidazione giudiziale: una procedura concorsuale che ha lo scopo di liquidare i beni dell'impresa insolvente e di soddisfare i creditori.

La crisi d'impresa e il fallimento hanno un impatto negativo sull'economia e sulla società. Il fallimento di un'impresa può comportare la perdita di posti di lavoro, la riduzione dell'offerta di beni e servizi e l'indebolimento della fiducia nel sistema economico.

Per prevenire le crisi d'impresa è importante che gli imprenditori adottino misure di prevenzione, come la pianificazione finanziaria e la gestione del rischio. Inoltre, è importante che le imprese siano dotate di adeguati assetti organizzativi e gestionali, in modo da poter affrontare in modo efficace le difficoltà economiche.

11/10/23

Social Media Manager sono liberi professionisti ecco come fiscalmente vengono classificati.

I social media manager possono essere dipendenti di un’azienda o lavorare come liberi professionisti. Nel secondo caso, il pagamento avviene attraverso la presentazione di una regolare fattura, stabilita all’interno di un contratto bilaterale in accordo con l’azienda cliente.

Per quanto riguarda la posizione previdenziale, il social media manager è una figura ibrida ai fini previdenziali. Potrà iscriversi alla Gestione Separata INPS se è prevalente l’attività intellettuale (come consulente o libero professionista) o alla Gestione Commercianti INPS negli altri casi. Codice ATECO 73.11.02. Sul mercato esistono diversi corsi che promettono una fantasmagorica carriera da social media manager. La realtà è che non esistono molti corsi riconosciuti a livello nazionale che permettano una completa ed esaustiva formazione in ambito social media marketing.

Per essere definito SMM freelance è necessario aprire la partita iva e quindi avviare tutte le pratiche per lavorare seguendo la tassazione e il sistema pensionistico italiano. La Gestione Separata INPS è un regime previdenziale che si caratterizza per il fatto di essere separato, da tutti gli altri regimi previdenziali. I lavoratori parasubordinati possono iscriversi alla Gestione Separata, un fondo pensionistico finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati.

La Gestione Separata INPS è rivolta alle seguenti categorie di lavoratori parasubordinati: le forme di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.); i venditori a domicilio con reddito superiore a 5.000 euro; gli spedizionieri doganali non dipendenti (da gennaio 1998); i beneficiari di assegni di ricerca; i beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca; gli amministratori locali; i beneficiari di borse di studio a sostegno della mobilità internazionale degli studenti (solo da maggio a dicembre 2003) e degli assegni per attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero; i lavoratori autonomi occasionali con reddito superiore a 5.000 euro; gli associati in partecipazione fino al 31 dicembre 2015; i medici con contratto di formazione specialistica; i volontari del Servizio civile nazionale (avviati dal 2006 al 2008); i prestatori di lavoro occasionale accessorio.

09/10/23

FATTURAZIONE E POS

Per fatturare ed essere pagati con il POS, è necessario innanzitutto dotarsi di un lettore di carte. Esistono diversi tipi di lettori di carte, da quelli portatili a quelli da tavolo. I lettori di carte portatili sono più pratici e facili da utilizzare, ma i lettori di carte da tavolo offrono solitamente una maggiore compatibilità e funzionalità.

Una volta acquistato il lettore di carte, è necessario attivarlo con la propria banca o con un istituto di pagamento. L'attivazione è solitamente un processo semplice e veloce.

A questo punto, è possibile iniziare a fatturare e accettare pagamenti con il POS. Per fatturare, è necessario utilizzare un programma di fatturazione o un software gestionale che supporti la fatturazione elettronica. I programmi di fatturazione più comuni consentono di creare fatture in formato elettronico, che possono essere inviate al cliente via email o inviate direttamente al Sistema di Interscambio (SDI).

Per accettare pagamenti con il POS, è necessario inserire la carta del cliente nel lettore di carte e inserire il PIN o firmare il terminale. Il lettore di carte invierà la richiesta di pagamento alla banca del cliente, che autorizzerà o declinerà la transazione.

In caso di autorizzazione, il lettore di carte stamperà uno scontrino che conterrà i dettagli della transazione. Il cliente è quindi tenuto a firmare lo scontrino.

Ecco i passaggi da seguire per fatturare ed essere pagati con il POS:

Acquistare un lettore di carte.

Attivare il lettore di carte con la propria banca o con un istituto di pagamento.

Utilizzare un programma di fatturazione o un software gestionale per creare fatture.

Inserire la carta del cliente nel lettore di carte.

Inserire il PIN o firmare il terminale.

Firmare lo scontrino.

In Italia, l'obbligo di accettare pagamenti con il POS è in vigore dal 30 giugno 2022 per tutti i soggetti con un fatturato superiore a 400.000 euro. Per i soggetti con un fatturato inferiore a 400.000 euro, l'obbligo di accettare pagamenti con il POS è in vigore dal 31 dicembre 2022.

I soggetti che non accettano pagamenti con il POS sono soggetti a sanzioni amministrative che vanno da 30 a 500 euro.

Ecco alcuni suggerimenti per fatturare ed essere pagati con il POS:

Posizionare il lettore di carte in un punto ben visibile e accessibile.

Fornire ai clienti informazioni chiare e concise su come effettuare pagamenti con il POS.

Incoraggiare i clienti a pagare con il POS offrendo sconti o promozioni.

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