12/12/23

Mi hanno chiesto in molti come aprire una P.IVA e quindi rispondo

Per aprire una partita IVA in Italia, è necessario presentare una dichiarazione di inizio attività (DIA) all'Agenzia delle Entrate. La DIA può essere presentata in forma cartacea o telematica.

In forma cartacea, la DIA deve essere presentata presso l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate competente per territorio. Per individuare l'ufficio competente, è possibile consultare il sito web dell'Agenzia delle Entrate.

In forma telematica, la DIA può essere presentata attraverso i seguenti canali:

Il sito web dell'Agenzia delle Entrate, utilizzando il servizio Entratel o Fisconline;

Un intermediario abilitato, come un commercialista o un consulente del lavoro.

La DIA deve essere presentata entro 30 giorni dall'inizio dell'attività.

La DIA deve contenere le seguenti informazioni:

I dati anagrafici del titolare della partita IVA;

La sede dell'attività;

L'attività esercitata;

La forma giuridica dell'attività.

Inoltre, la DIA deve essere corredata dai seguenti documenti:

Copia del documento di identità del titolare della partita IVA;

Copia del titolo di studio o dell'abilitazione professionale, se necessario;

Copia dell'atto costitutivo, se l'attività è svolta in forma societaria.

Una volta presentata la DIA, l'Agenzia delle Entrate attribuisce la partita IVA e comunica al titolare il numero di partita IVA attribuito.

Inoltre, l'Agenzia delle Entrate comunica al titolare la necessità di iscriversi al Registro delle imprese, se l'attività esercitata è soggetta a tale iscrizione.

In caso di iscrizione al Registro delle imprese, è necessario presentare una domanda di iscrizione al Registro delle imprese. La domanda di iscrizione deve essere presentata presso la Camera di Commercio competente per territorio.

06/12/23

FORFETTARI DAL 1 GENNAIO 2024 COME CAMBIA

A partire dal 1° gennaio 2024, le partite IVA che aderiscono al regime forfettario saranno obbligate ad emettere fatture elettroniche. Questo è un nuovo adempimento obbligatorio per i titolari di partita IVA in regime forfettario. Il regime forfettario è stato introdotto con la legge di stabilità 2015, che permette agli operatori economici di ridotte dimensioni di beneficiare di alcune semplificazioni ai fini IVA e ai fini contabili. Grazie alla fatturazione elettronica, i titolari di partita IVA che aderiscono al regime fiscale forfettario potranno gestire la loro contabilità in modo pratico e veloce, usufruendo di appositi software a pagamento che possono essere personalizzati in base alle proprie esigenze. I forfettari dovranno acquistare un software per la fatturazione elettronica che sia in grado di generare e inviare fatture in formato XML. È inoltre necessario che il software sia in grado di inviare le fatture al sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Ricordiamo che se la fattura elettronica supera il valore di 76,47 euro è necessario applicare un’imposta di bollo del valore di €2.

TITOLARE EFFETTIVO

Il titolare effettivo è una persona fisica che, in ultima istanza, possiede o controlla un'entità giuridica. Questa definizione è contenuta nel decreto legislativo 90/2017, che ha recepito la direttiva europea 2015/849 sulla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.

In particolare, il titolare effettivo è la persona fisica che:

detiene, direttamente o indirettamente, una partecipazione qualificata (pari o superiore al 25%) nell'entità giuridica;

esercita, direttamente o indirettamente, un controllo sull'entità giuridica;

beneficia in ultima istanza del controllo o della gestione dell'entità giuridica.

La determinazione del titolare effettivo può essere effettuata in base a una serie di criteri, quali:

la titolarità del capitale sociale;

il diritto di voto;

il diritto di nomina o revoca degli organi di amministrazione e controllo;

il diritto di esercizio dei poteri di direzione e gestione;

il diritto di beneficiare degli utili o degli altri vantaggi economici dell'entità giuridica.

In caso di incertezza sulla persona fisica che deve essere individuata come titolare effettivo, si applicano i seguenti criteri, in ordine decrescente:

la persona fisica che detiene la posizione di amministratore unico o di presidente del consiglio di amministrazione;

la persona fisica che detiene la posizione di amministratore delegato o di direttore generale;

la persona fisica che detiene la posizione di sindaco o di revisore legale;

la persona fisica che detiene la posizione di socio di maggioranza o di socio con potere di veto.

In Italia, la comunicazione dei dati del titolare effettivo deve essere effettuata al Registro Imprese entro 30 giorni dalla costituzione dell'entità giuridica o da qualsiasi modifica dei dati già comunicati. La comunicazione può essere effettuata esclusivamente per via telematica, tramite l'applicativo DIRE.

05/12/23

Prossimo condono fiscale 2024

Secondo le notizie che circolano in questi giorni, il prossimo condono fiscale 2024 sarebbe un'estensione della rottamazione quater, che si è conclusa a giugno 2023. In particolare, si ipotizza che i debiti fino a 30.000 euro possano essere eliminati in parte mediante il pagamento di una percentuale del debito al fisco.

La platea di coloro che possono richiedere il saldo e stralcio potrebbe essere allargata rispetto alla precedente rottamazione, includendo anche i contribuenti con redditi superiori a 30.000 euro, ma in una situazione di disagio economico tale da non riuscire a pagare le cartelle esattoriali pervenute.

La proposta di un nuovo condono fiscale è stata avanzata da Matteo Salvini, leader della Lega, che ha sostenuto che si tratta di una misura necessaria per venire incontro ai contribuenti che hanno difficoltà a pagare i propri debiti.

La proposta è stata accolta con favore da alcune associazioni di categoria, ma è stata criticata da altri, che hanno sostenuto che si tratta di un'operazione di favore per i debitori che non hanno pagato le tasse.

La decisione di inserire o meno un condono fiscale nella manovra economica del 2024 sarà presa dal governo nei prossimi mesi.

Ecco alcuni dettagli sulla possibile struttura del nuovo condono fiscale:

Debiti ammessi: i debiti ammessi al condono sarebbero quelli relativi a imposte, tasse, contributi previdenziali e assistenziali, sanzioni amministrative e interessi.

Importo massimo: il limite massimo di debito ammissibile al condono sarebbe di 30.000 euro.

Tasso di condono: il tasso di condono sarebbe applicato sul debito residuo, al netto delle sanzioni e degli interessi.

Platea dei beneficiari: la platea dei beneficiari del condono sarebbe ampliata rispetto alla precedente rottamazione, includendo anche i contribuenti con redditi superiori a 30.000 euro, ma in una situazione di disagio economico tale da non riuscire a pagare le cartelle esattoriali pervenute.

Naturalmente, si tratta solo di ipotesi e la struttura del nuovo condono fiscale potrebbe essere modificata in base alle decisioni del governo.

02/12/23

Addio alle semplificazioni contabili per i forfettari

"Addio alle semplificazioni contabili per i forfettari che aderiscono al concordato preventivo biennale" in ambito di tutela del consumatore. Il concordato preventivo biennale è una misura introdotta dalla riforma fiscale del 2022, che consente ai contribuenti con partita IVA di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, di stabilire in anticipo, e sulla base del reddito proposto dall'Agenzia delle Entrate, la base imponibile e l'ammontare delle imposte dovute per i due periodi d'imposta successivi.

Per i contribuenti in regime forfettario, l'adesione al concordato preventivo biennale comporta la perdita di alcune semplificazioni contabili. In particolare, i forfettari che aderiscono al concordato preventivo biennale devono:

-Tenere una contabilità più dettagliata, gestendo in modo dettagliato i costi e documentandoli.

-Compilare il Quadro Rs del Modello Redditi, in modo da controllare e comunicare le spese sostenute durante il periodo d'imposta.

Queste modifiche possono avere un impatto significativo sui forfettari che aderiscono al concordato preventivo biennale, in quanto comportano un aumento degli adempimenti contabili e un incremento dei costi.

Da un punto di vista della tutela del consumatore, queste modifiche possono essere considerate come una forma di "onere aggiuntivo" imposto ai forfettari, che può essere considerato contrario al principio di "razionalità e proporzionalità".

Infatti, i forfettari sono contribuenti che hanno scelto un regime fiscale agevolato, che prevede, tra l'altro, una semplificazione degli adempimenti contabili. L'introduzione di nuovi adempimenti contabili per i forfettari che aderiscono al concordato preventivo biennale può essere considerata come una violazione di questo principio, in quanto può rendere meno vantaggioso il regime forfettario per questi contribuenti.

Inoltre, queste modifiche possono avere un impatto negativo sulla competitività dei forfettari, che possono trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto ai contribuenti che non aderiscono al concordato preventivo biennale.

In conclusione, l'introduzione di queste modifiche può essere considerata come una misura che può avere un impatto negativo sui forfettari, sia in termini economici che di competitività.

01/12/23

ANATOCISMO

L'anatocismo è un termine di origine greca che significa "riaggiornamento degli interessi". In ambito finanziario, l'anatocismo indica la produzione di interessi da parte di interessi scaduti e non pagati su un debito pecuniario.

In pratica, l'anatocismo si verifica quando gli interessi che maturano su un debito vengono aggiunti al capitale originario e, a partire da questo nuovo capitale, vengono calcolati nuovi interessi. Questo processo si ripete periodicamente, fino alla scadenza del debito.

L'anatocismo può essere applicato a qualsiasi tipo di debito, ma è più comunemente utilizzato nei prestiti bancari, nei mutui e nelle carte di credito.

In Italia, l'anatocismo è stato a lungo vietato per i contratti stipulati con i consumatori. Tuttavia, nel 2009 la Corte di Cassazione ha stabilito che l'anatocismo è lecito anche nei contratti con i consumatori, a condizione che sia espressamente previsto nel contratto.

La normativa italiana sull'anatocismo prevede che, per i contratti stipulati con i consumatori, gli interessi anatocistici non possano superare il limite del 12% annuo.

L'anatocismo può avere un impatto significativo sul costo di un debito. Ad esempio, se un prestito di 10.000 euro viene rimborsato in 10 anni con un tasso di interesse annuo del 10%, senza anatocismo il costo totale del prestito sarebbe di 11.000 euro. Con l'anatocismo, invece, il costo totale del prestito sarebbe di 11.668 euro.

Per questo motivo, è importante verificare attentamente la presenza di clausole anatocistiche nei contratti finanziari prima di sottoscriverli.

24/11/23

PNRR notizie importanti

 PNRR

In particolare, tra le Top News di novembre vi segnalo:


·         l’apertura dello sportello per il Fondo di Transizione Industriale, volto a sostenere l'efficientamento energetico e nell’utilizzo delle risorse nelle attività d’impresa dei settori estrattivo e manifatturiero


·           la pubblicazione della direttiva RED III in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europa, per promuovere la diffusione delle energie rinnovabili nei paesi dell’Unione Europea.


Inoltre, nella sezione Top Bandi sono riportate le opportunità relative ad una selezione di settori chiave, con allegati i rispettivi bandi e decreti. Nel periodo di riferimento, si segnalano interessanti opportunità per le imprese del settore dei trasporti e delle infrastrutture e per le imprese attive nella produzione di componenti per la value chain dell’idrogeno.

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