23/04/20

TRAPPOLE DA VEDERE BENE PER LA RICHIESTA DI € 25000


DECRETO LIQUIDITÀ - 23 APRILE 2020
Alcuni accorgimenti da vedere prima di inoltrare i moduli che sono due e qui si descrive il primo Finanziamenti fino a venticinquemila euro: accesso semplice alla garanzia, ma con qualche punto fermo.
Le imprese e i professionisti si stanno attivando in questi giorni per ottenere in modo automatico la garanzia Fondo piccole e medie imprese su finanziamenti di importo non superiore a venticinquemila euro. Ma la semplicità del modulo per la domanda, in aggiunta al bisogno di ricevere risorse fresche in tempi rapidi, può trarre in inganno e nascondere alcune insidie tecniche che devono essere valutate con attenzione. In particolare, si fa riferimento alla sottoscrizione di una dichiarazione di atto notorio sul danneggiamento dell’attività, in assenza, ad esempio, della chiusura forzata nel caso di imprese che hanno continuato ad operare, che potrebbe rivelarsi, in futuro, non pienamente veritiera e quindi alle possibili responsabilità. Anche l’indicazione del numero medio degli occupati espresso in unità-lavorative-anno deve essere calcolato in modo corretto.
È iniziata la domanda  delle imprese e professionisti per richiedere la garanzia del Fondo piccole e medie imprese sui finanziamenti fino a venticinquemila euro. Lo strumento, che copre tutto del finanziamento ed è concesso automaticamente attraverso modalità semplificate, è molto appetibile.
Ma le imprese richiedenti, in molti casi, firmano il modulo di richiesta senza sapere cosa stanno dichiarando, complice la fretta dettata dal momento.
Il finanziamento deve portare nuove risorse in azienda, può avere una durata massima di settantadue mesi, con un pre-ammortamento non inferiore a ventiquattro mesi, e deve essere realizzato a condizioni favorevoli di tasso. Questo è quanto prevede il decreto Liquidità (D.L. n. 23/2020). Il finanziamento può essere concesso per un importo non superiore al 25% del fatturato o del volume di affari, come emerge nell'ultimo bilancio o nell'’ultima dichiarazione fiscale, se disponibili, oppure da autocertificazione dei soggetti per i quali tali documenti non sono ancora disponibili.
Come richiedere il finanziamento
Per richiedere il finanziamento garantito, occorre fornire i seguenti documenti:
- un’autocertificazione che attesti di aver subito dei danni epidemia attenzione perché se l'attività come un supermercato è stata aperta non può essere dichiarato il falso;
- i documenti di bilancio o un documento fiscale, necessari per definire la congruità del finanziamento rispetto ai ricavi prodotti dalla tua azienda oppure l'autocertificazione);
- il modulo per la richiesta di garanzia al Fondo di Garanzia accompagnato da copia di un documento di riconoscimento valido.
Oltre a indicare i dati identificativi personali, la modulistica prevede una dichiarazione dal seguente contenuto: “il soggetto consapevole delle responsabilità anche penali derivanti dal rilascio di dichiarazioni mendaci e della conseguente decadenza dai benefici concessi sulla base di una dichiarazione non veritiera ai sensi degli articoli 75 e 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, richiede l’agevolazione sotto forma di garanzia prevista dalle leggi n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a) e 266/97 (art. 15), qualificabile come aiuto di Stato ai sensi dell’art. 87 del Trattato dell’Unione Europea”.
  
Compilazione della domanda e trucchetti da vedere bene
La domanda sembra apparentemente semplice, ma difficilmente può essere compilata senza l’aiuto di un professionista. Basti pensare che alcune banche, invece di far semplicemente dichiarare al soggetto che rientra nella classificazione di piccola e media imprese, ossia che fattura meno di 50 milioni di euro e/o che ha una situazione patrimoniale inferiore a 43 milioni di euro e che ha meno di 250 dipendenti, chiedono di specificare ulteriormente la classificazione tra micro, piccola o media impresa, riportando quindi il dato medio degli occupati espresso in unità-lavorative-anno.
Questo comporta, per chi non ha già il dato a disposizione, il dover calcolare i dipendenti secondo tale metodologia. Considerando che trattasi di una dichiarazione di atto notorio, indicare, ad esempio, 8 dipendenti è diverso che dichiararne 8,3, anche se per accedere sarebbe sufficiente dichiararne meno di 250, senza ulteriore livello di dettaglio.
Per occupati si intendono i dipendenti dell’impresa a tempo determinato o indeterminato, iscritti nel libro matricola dell’impresa e legati all’impresa da forme contrattuali che prevedono il vincolo di dipendenza, fatta eccezione di quelli posti in cassa integrazione straordinaria.
Il numero degli occupati corrisponde al numero di unità-lavorative-anno , cioè al numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno, mentre quelli a tempo parziale e quelli stagionali rappresentano frazioni di ULA.
La modalità di calcolo prevede il rispetto di alcune regole; ad esempio, non sono conteggiati gli apprendisti con contratto di apprendistato e le persone con contratto di formazione o con contratto di inserimento.
La domanda sembra apparentemente semplice, ma difficilmente può essere compilata senza l’aiuto di un professionista. Basti pensare che alcune banche, invece di far semplicemente dichiarare al soggetto che rientra nella classificazione di piccola e media imprese, ossia che fattura meno di 50 milioni di euro e/o che ha una situazione patrimoniale inferiore a 43 milioni di euro e che ha meno di 250 dipendenti, chiedono di specificare ulteriormente la classificazione tra micro, piccola o media impresa, riportando quindi il dato medio degli occupati espresso in unità-lavorative-anno (ULA).
Questo comporta, per chi non ha già il dato a disposizione, il dover calcolare i dipendenti secondo tale metodologia. Considerando che trattasi di una dichiarazione di atto notorio, indicare, ad esempio, 8 dipendenti è diverso che dichiararne 8,3, anche se per accedere sarebbe sufficiente dichiararne meno di 250, senza ulteriore livello di dettaglio.
Per occupati si intendono i dipendenti dell’impresa a tempo determinato o indeterminato, iscritti nel libro matricola dell’impresa e legati all’impresa da forme contrattuali che prevedono il vincolo di dipendenza, fatta eccezione di quelli posti in cassa integrazione straordinaria.
Il numero degli occupati corrisponde al numero di unità-lavorative-anno (ULA), cioè al numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno, mentre quelli a tempo parziale e quelli stagionali rappresentano frazioni di ULA.
La modalità di calcolo prevede il rispetto di alcune regole; ad esempio, non sono conteggiati gli apprendisti con contratto di apprendistato e le persone con contratto di formazione o con contratto di inserimento.
Dichiarazione (ATTENZIONE AI  DANNI)
A parte le dichiarazioni prestampate nel modulo che diventano rilevanti in caso di mancato rimborso del finanziamento in quanto lo Stato diventa creditore privilegiato con implicazioni in caso di fallimento, le imprese sono chiamate a dichiarare “che l’attività d’impresa del soggetto beneficiario finale è stata danneggiata con emergenza epidemia.
Cosa questo voglia dire in concreto non è al momento specificato. L’imprenditore potrà pensare che, avendo chiuso l’attività per due mesi, abbia subito un danno. Tuttavia, nel caso della sovvenzione alle partite IVA, gli strumenti sono spesso legati ad un ben definito calo di un terzo del fatturato nel corso del primo trimestre dell’anno, che, giusto o sbagliato, rappresenta comunque un dato certo su cui fare affidamento per determinare con esattezza se il beneficio spetta o meno.
Nel caso dei finanziamenti fino a venticinque mila euro, invece, la norma non ha fissato un parametro preciso per stabilire chi può beneficiarne e chi no. Se questo a prima vista potrebbe sembrare un vantaggio, un’analisi più approfondita porta invece a considerare che la sottoscrizione di una dichiarazione di atto notorio sul danneggiamento dell’attività (in assenza, ad esempio, della chiusura forzata nel caso di imprese che hanno continuato ad operare) potrebbe rivelarsi, in futuro, non pienamente veritiera; in tal senso, determinare un preciso parametro avrebbe potuto sollevare le imprese dal dubbio insinuato dalla genericità della dichiarazione.

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